25.052023
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Il 5.5.2023 è entrato in vigore il   DL 48/2023 (cd. “decreto lavoro”) che abroga il Reddito di cittadinanza (RDC)  sostituendolo con due prestazioni tra loro molto diverse: l’Assegno di inclusione (ADI) e il Supporto per la Formazione e il Lavoro (SFL).

Benché anche con riferimento alla prima prestazione vengano introdotte forti restrizioni (in particolare l’abbreviazione della proroga a soli 12 mesi e l’obbligo di rispondere, a pena di decadenza, a qualsiasi proposta di lavoro anche part time e anche se in Regioni lontanissime)  l’ADI, dal punto di vista dell’importo, non è molto diverso dal precedente RDC, ma è riservato soltanto ai nuclei familiari ove sono presenti figli minori, componenti con disabilità o componenti di età superiore a 60 anni.

La seconda prestazione invece è costituita da una piccola “borsa di studio” di soli 350 euro e per il solo periodo in cui l’interessato frequenta un corso professionale (che potrebbe anche non essergli offerto) e comunque per la durata massima di 12 mesi.

La conseguenza è che l’adulto 18-59 anni, povero, solo o con figli maggiorenni (quante volte il figlio, pur maggiorenne, resta in carico ai genitori senza produrre reddito) non avrà più diritto ad alcun sostegno contro la povertà.

Di questa inaccettabile “marcia indietro” dell’Italia nell’azione di contrasto alla povertà discute l’articolo di Alberto Guariso pubblicato sul sito Italian Equality Network al quale Vi rinviamo, in particolare quanto riguarda  gli effetti discriminatori della nuova normativa nei confronti degli stranieri.

https://www.italianequalitynetwork.it/prime-note-sulle-nuove-discriminazioni-nella-riforma-del-reddito-di-cittadinanza/